GLI ALLEATI CONTRO LE INFIAMMAZIONI DI BASSO GRADO
L'infiammazione è un processo fisiologico (e non patologico) scatenato da stimoli nocivi. Ha principalmente due funzioni: da una parte contenere i fattori responsabili del danno e dall’altra attivare i processi di riparazione.
E’ caratterizzato da una risposta del tessuto connettivo a fattori sia esterni che interni e presenta i classici segni descritti da Celso già nel primo secolo : calor, tumor, rubor e dolor. L’infiammazione può essere divisa in acuta e cronica dove la prima si sviluppa in tempi rapidi di ore o giorni ed è caratterizzata da gonfiore mentre la seconda si caratterizza per la presenza di sintomi costanti. L’infiammazione è la modalità con cui il nostro corpo si difende dalle aggressioni esterne nello stesso modo in cui l’innalzamento della temperatura corporea si oppone a virus e batteri. Se l’infiammazione non passa attraverso tutti i suoi stadi portando alla rigenerazione dei tessuti si crea uno stato di basso grado di infiammazione cronica ( low grade chronic inflammation) responsabile di progressivi quadri degenerativi talora definitivi.
Sebbene i farmaci antinfiammatori possano essere utili in alcune situazioni, il loro utilizzo smodato ed erroneo può portare al blocco dei meccanismi rigenerativi che vedono proprio nell'infiammazione la loro arma migliore. Inoltre gli antinfiammatori possono avere effetti collaterali indesiderati e raramente rappresentano una soluzione ideale a lungo termine.
Oggigiorno a causa dell’automedicazione, ma più in generale per una errata inquadratura di molte patologie muscolo-scheletriche, si tendono ad assumere gli antinfiammatori senza che dietro esista un ragionamento clinico, con conseguenze spesso gravi. Gli inflammasomi sono proteine del sistema immunitario innato responsabili dell'attivazione delle risposte infiammatorie e la loro iperattivazione è associata a malattie autoimmuni, sviluppo di arteriosclerosi, diabete di tipo 2, steatosi epatica (fegato grasso), gotta, osteoartrosi e osteoporosi. Gli inflammasomi reagiscono agli stimoli nocivi producendo interleukine e mantenendo l'infiammazione . Maggiore sarà il tempo in cui rimane attivo l'inflammasoma più lunga sarà la risposta infiammatoria, fino a cronicizzarsi. Numerose sostanze si sono rivelate efficaci per combattere l’infiammazione di basso grado tra queste la vitamina E, la curcuma, lo zenzero, la boswellia, gli acidi grassi omega -3 e le proresolvine. I grassi omega-3 EPA e DHA, sono anche cruciali per la funzionalità delle membrane cellulari e delle membrane dei mitocondri.
Lo zenzero ha dimostrato di rafforzare la funzione del sistema immunitario e migliorare malattie autoimmuni come il lupus e l’artrite reumatoide . La curcumina, un composto presente nella curcuma, ha proprietà antibatteriche, antitumorali, antinfiammatorie, antimalariche, antiossidanti, antiparassitarie, antiproliferative, pro-apoptotiche e cicatrizzanti. Le condizioni che rispondono alla curcumina includono alcuni tipi di cancro, ipertensione, malattie cardiache e coaguli di sangue, problemi intestinali, condizioni neurodegenerative e glaucoma. Altri potenti nutrienti antinfiammatori includono la condroitina, la glucosamina, l’MSM, la glicina, la bromelina, l’acido boswellico e l’ estratto di tè verde. Le proresolvine non inibiscono il processo infiammatorio come i FANS e i cortisonici ma stimolano specifici processi di risoluzione presenti in natura. L’utilizzo di terapie pro-infiammatorie localizzate come la proloterapia attivano meccanismi rigenerativi nel connettivo che possono portare a guarigione, interrompendo il circolo vizioso che si viene a creare in caso di infiammazione cronica.
Luciano Bassani
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